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L'OPINIONE DI ALESSANDRO VALLOCCHIA |
TRIANGOLO DELLA CRISTIANITÁ
A pochi metri dall’entrata della chiesa di San Vito, sono quasi terminati i lavori per rendere
impiegabile una Moschea o un centro Culturale Islamico, precedentemente tale tentativo era stato fermato perché si agiva senza i necessari permessi e operando abuso edilizio.
Ancora una volta è stato il pronto intervento dei cittadini ad individuare un comportamento violento ed illegale. Nessuna autorità si era accorta che qualcosa non andava.
Come mai? Perché?
Perché un atteggiamento così indisponente e violento verso un rione una comunità che ha dato prova di pazienza e di, a mio avviso, eccessiva dose di altruismo?
Perché non sono state poste in atto azioni rivolte alla pacifica convivenza tra popoli e culture?
Perché non ci si è rivolti alla cittadinanza, convocandola, per esprimere un parere, per gettare un ponte, per costruire una vicinanza nel rispetto non solo legale ma spirituale ed umano?
Perché le feste, soprattutto religiose, delle varie comunità si svolgono e si pretende che vengano svolte tutte a piazza Vittorio, anche senza permesso, rivendicando il diritto a disubbidire quando non si è in accordo con l’autorità?
Pare evidente l’ipocrisia e la codardia di chi promuove azioni e incoraggia istanze apparentemente condivisibili ma che nascondono altri intenti individuabili nella “presa del territorio” per meglio agire nella violenza e nell’illegalità. Costoro procedono a indebolire una idea di città, di popolo, sminuendo il dettato giurisprudenziale edificato e privando di un’identità interiorizzata, metabolizzata e condivisa i cittadini residenti, condannando il rione o ad una emarginazione di fatto
I cittadini sono stritolati da questo sistema costruito su ipocriti assunti pseudo culturali imposti dalla sinistra - che ha permesso la conquista da parte di extracomunitari, in particolare cinesi e bengalesi, di ogni spazio vitale, culturale e storico attraverso l’illegalità l’ipocrisia e la complicità di chi vuole esercitare il potere rinnegando valori millenari.
Il tentativo è quello di un evoluzione antropologica per la costruzione di un indifferentismo di massa, di cittadini senza comunità, di uomini indistinti senza patria,, senza cultura e senza identità. Ormai ogni cittadino si sente ospite in casa propria, solo, privo di referenti.
Nonostante ciò, i più coraggiosi hanno denunciato e manifestato contro il forte aumento della criminalità, della violenza e dell'incontrollato espandersi di attività commerciali illegali, combattendo contro “l’esperimento multiculturale dell’Esquilino” divenuto il luogo dove prevale il più furbo, il più forte e il più “organizzato”.
L’irresponsabile esperimento ha di fatto promosso una criminalità diffusa. Il Rione è divenuto una zona franca favorendo l’immigrazione clandestina, la contraffazione, lo spaccio, le case di appuntamento, i finti bed and breakfast, gli abusi edilizi, le banche clandestine per ripulire il denaro.Tutto è possibile all’Esquilino. Le forze dell’ordine reagiscono, chiudono, sanzionano e poi tutto ricomincia un poco più in là.
Tutti i tentativi di ristabilire ordine e legalità sono falliti,
anche le cose più semplici da attuare; la ZTL merci,
il rispetto per i posti destinati a chi è invalido, le bancarelle sempre più numerose poste in dileggio del codice della strada, i negozi che aprono in dispregio del catasto e dei vincoli ambientali, i giardini che divengono luogo per ubriacarsi con allegria e disinvoltura togliendo spazio a bambini e ragazzi.
Molte sono state le manifestazioni, anche nervose, svolte da parte dei cittadini negli ultimi due anni che hanno posto un argine ad un fenomeno in piena. Sono però consapevoli che, privi di un maggior controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine protagonisti con i cittadini di progetti mirati e senza il recupero delle radici culturali, l’avverarsi del Patto per l'Esquilino Sicuro, si avrà un collasso del tessuto sociale e morale già così degradato.
L’Esquilino è un Rione ferito da dottrine superficiali, confuse, estemporanee, da esercitazioni ideologiche etnoantropologiche e sociologiche rozze, limitate e infantili. La palese dimostrazione è che libri di spessore scientifico quando analizzano l’Esquilino esaminano l’integrazione, il multiculturalismo e mai gli accadimenti quotidiani di microcriminalità diffusa e di grande criminalità di stampo mafioso, di contraffazione, di abusivismo.
Si elogia giustamente Saviano mentre noi del Comitato di difesa Equilino-Monti ROMA CAPUT MUNDI veniamo definiti Spie.
Ecco quindi che più facile è in questo contesto stabilire che sia il momento di costituire un'autorità alta, un’autorità spirituale altra, la partecipazione nella vera fede, l’Islam.
Dove più facile è convivere e soggiogare una cittadinanza spossessata da punti di riferimento ideali politici e spirituali.
Ma nel triangolo della cristianità, tra San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, Santa Maria Maggiore, che comprendono Santa Prassede, San Vito, San Alfonso, e la chiesa Cattolica Russa non si leva una voce mansueta ma ferma, non si odono dubbi e desideri per agire, non si dispiega una schiera di credenti e non credenti, non si eleva un grido di orgoglio e rabbia per ricordare le famose sante parole:
“chiedi e ti sarà dato, bussa e ti verrà aperto”
Nel triangolo della cristianità non “abita” un’ autorità religiosa, un’autorità spirituale, un’autorità laica che si faccia portavoce di chi esiga il
Bene Comune, il rispetto delle leggi, la valorizzazione del proprio patrimonio culturale e morale e della propria civiltà .
In breve, con angoscia, ma la CHIESA e gli uomini di chiesa e i costruttori di pace dove sono?
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