ALTRO CHE (PRIMO) MUNICIPIO! QUELLO IN CENTRO STORICO E’ UN CASINO POPOLATO DA MATTI
di Beatrice Nencha Si è conclusa ancora una volta in rissa, con il presidente del I municipio Orlando Corsetti (Pd) che si è scagliato contro il consigliere Augusto Caratelli (Pdl), reo di esasperare il clima in aula con le sue “truppe” di Militia Christi, la seduta di ieri del Consiglio municipale dedicata alla legge Tarzia sui consultori in discussione in Regione. Vero è che ognuno, a secondo del colore politico, oggi dà la sua versione dell’accaduto. Con dettagli che spesso non collimano: sedie che volano in aria, mani alla gola, minacce e insulti come «abortisti» e «dottor Mengele» rivolti dai militanti di Militia agli esponenti della maggioranza.
Alcuni dei quali, a fine seduta, hanno chiamato i carabinieri per far identificare i presenti. Ma Caratelli smentisce che qualcuno sia stato denunciato: «Anche io ho parlato con i carabinieri ma è Corsetti che era fuori di testa: dissentire da una votazione non può essere giudicata una provocazione» Il gruppo del Pd, in una nota congiunta, parla di «pesante aggressione da parte di un manipolo di esponenti del movimento oltranzista Militia Christi», con «l'invasione dell'aula da parte dei suddetti soggetti, già in passato protagonisti di tali intimidazioni e prontamente identificati dalla polizia municipale e che verranno diffidati dalle successive presenze in aula». A sostegno di questa ricostruzione sono subito scesi in campo i vertici del Pd, dal coordinatore romano Marco Miccoli («condanna alla gazzarra squadrista») fino al commissario regionale Vannino Chiti, che si appella a Maroni («è necessario che intervenga direttamente il ministro dell'Interno»).
Ma la verità sta nel mezzo. Secondo tutta l’opposizione, a bloccare il mini-sindaco del centro storico, «che si è lanciato contro Caratelli urlando “Io ti sfondo, ti rompo il c.» racconta il capogruppo del Pdl Stefano Tozzi, sono dovuti intervenire sette consiglieri, per ben due volte. Tanto che Corsetti, solo dopo essersi calmato, è andato in bagno a rimettersi la cravatta. «Io stesso mi sono fatto male mentre lo trattenevamo» aggiungono Tozzi e Veloccia, «lui era arrivato a meno di un metro dal nostro consigliere e ha tentato di mettergli le mani al collo». E dire che la seduta era iniziata con tutti altri toni, «ovvero con Corsetti che pregava me di stare calmo» conclude il capogruppo del Pdl e conferma una consigliera Pd. Contemporaneamente anche il presidente dell’aula, Stefano Marin, è rimasto coinvolto in uno scontro verbale con Militia mentre la consigliera Cristina Elena de Luca (Udc) veniva apostrofata, dal movimento pro-vita, con epiteti come «mercenaria» e «chi ti paga per il tuo lavoro».
Raccogliendo la solidarietà di tutto il Consiglio, con l’opposizione che in un comunicato ha definito «toni inaccettabili» quelli usati da Militia. La giovane consigliera dell’Udc, però, non nasconde un certo imbarazzo nella posizione assunta dal suo gruppo. Che in Regione, col capogruppo Carducci, sostiene la legge Tarzia, mentre in Municipio il gruppo esce dall’Aula. «L’impostazione della legge la condividiamo e quella di oggi non è assolutamente una presa di distanza dalla posizione di Carducci» spiega la De Luca, «ma l’Udc è in una posizione scomoda, anche a livello nazionale, si vede che è nella nostra vocazione».
Ma la verità sta nel mezzo. Secondo tutta l’opposizione, a bloccare il mini-sindaco del centro storico, «che si è lanciato contro Caratelli urlando “Io ti sfondo, ti rompo il c.» racconta il capogruppo del Pdl Stefano Tozzi, sono dovuti intervenire sette consiglieri, per ben due volte. Tanto che Corsetti, solo dopo essersi calmato, è andato in bagno a rimettersi la cravatta. «Io stesso mi sono fatto male mentre lo trattenevamo» aggiungono Tozzi e Veloccia, «lui era arrivato a meno di un metro dal nostro consigliere e ha tentato di mettergli le mani al collo». E dire che la seduta era iniziata con tutti altri toni, «ovvero con Corsetti che pregava me di stare calmo» conclude il capogruppo del Pdl e conferma una consigliera Pd. Contemporaneamente anche il presidente dell’aula, Stefano Marin, è rimasto coinvolto in uno scontro verbale con Militia mentre la consigliera Cristina Elena de Luca (Udc) veniva apostrofata, dal movimento pro-vita, con epiteti come «mercenaria» e «chi ti paga per il tuo lavoro».
Raccogliendo la solidarietà di tutto il Consiglio, con l’opposizione che in un comunicato ha definito «toni inaccettabili» quelli usati da Militia. La giovane consigliera dell’Udc, però, non nasconde un certo imbarazzo nella posizione assunta dal suo gruppo. Che in Regione, col capogruppo Carducci, sostiene la legge Tarzia, mentre in Municipio il gruppo esce dall’Aula. «L’impostazione della legge la condividiamo e quella di oggi non è assolutamente una presa di distanza dalla posizione di Carducci» spiega la De Luca, «ma l’Udc è in una posizione scomoda, anche a livello nazionale, si vede che è nella nostra vocazione».
Comments