mercoledì 28 novembre 2012

CINESI - COMUNICATO STAMPA ANSA GUARDIA DI FINANZA : SCOPRONO SOLO ORA QUELLO CHE FANNO..........NOI LO DICIAMO DA ANNI. ALEA IACTA EST

GDF SEQUESTRA BENI A IMPRENDITORI CINESI CHE EVADONO FISCO
CRO S43 QBKU GDF SEQUESTRA BENI A IMPRENDITORI CINESI CHE EVADONO FISCO SEQUESTRATI ANCHE APPARTAMENTO E DUE OPIFICI (ANSA) - CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA), 28 NOV - La guardia di finanza ha individuato a Città di Castello alcuni imprenditori cinesi accusati di avere evaso il fisco per centinaia di miglia di euro. Sequestrati un appartamento, due opifici e un conto corrente, per un valore complessivo di oltre 400 mila euro. Cinque persone sono state denunciate a piede libero, a vario titolo, per occultamento di documenti e scritture contabili, omesso versamento di Iva e di ritenute previdenziali ed assistenziali. Il sequestro preventivo è stato finalizzato alla confisca per equivalente nei confronti di quella che le fiamme gialle considerano un'organizzazione delinquenziale facente capo a cittadini cinesi e finalizzata ad evadere il fisco, dopo una complessa indagine durata oltre un anno. Secondo quanto accertato dalla tenenza di Città di Castello delle fiamme gialle, lo stratagemma utilizzato dall'organizzazione era di costituire ditte individuali, operanti nel settore tessile della camiceria e maglieria «griffata», intestate a dipendenti che fungevano da prestanome. Questi dopo poco tempo (generalmente nel giro di due anni) si rendevano irreperibili, omettendo di versare le imposte dirette e l'Iva nonchè i contributi previdenziali ed assistenziali. Così prima che Inps e Inail potessero avviare le procedure di accertamento delle violazioni e del successivo recupero, il titolare-prestanome della ditta, sempre nullatenente, si rendeva irreperibile ed al suo posto - è emerso dagli accertamenti - si avvicendava un altro cinese, intestatario di una nuova posizione Iva, perpetuando nuovamente la frode ai danni delle casse erariali. In realtà la guardia di finanza ha accertato che si trattava di dipendenti assoldati per tale scopo dal «vero autore» della frode, anche lui cinese, il quale teneva sistematicamente i rapporti con fornitori e clienti e in pochi anni aveva accumulato «indebitamente ed esentasse» ingenti risorse finanziarie destinandole in parte ad acquisti immobiliari in ciò avvalendosi di un altro insospettabile prestanome, suo connazionale, al quale ne aveva intestato la proprietà. Gli accertamenti eseguiti, corroborati dall'analisi della documentazione bancaria, hanno consentito agli investigatori di ricostruire i flussi finanziari ed individuare quello che è ritenuto l'effettivo artefice della frode fiscale il quale dirottava sul complice «immobiliarista» gli ingenti versamenti di denaro trasformati in assegni circolari utilizzati per gli acquisti dell'appartamento e dei capannoni. I finanzieri tifernati dopo aver portato alla luce il sistema, su disposizione della procura della Repubblica e del gip del tribunale di Perugia, hanno eseguito il sequestro preventivo di un conto corrente, cinque immobili, tra cui un appartamento di sette vani e due opifici della superficie di complessivi di oltre 400 metri quadri, per un valore commerciale di oltre 400 mila euro. Tra l'altro al momento dell'accesso presso il laboratorio tessile, operato in collaborazione con ispettori della direzione provinciale dell'Inps di Perugia, sono stati individuati quattro lavoratori «in nero» e tre irregolari. Secondo la guardia di finanza complessivamente i ricavi sottratti a tassazione ammontano ad oltre 500 mila euro, l'Iva non versata a 242 mila, i contributi previdenziali ed assistenziali non versati a 275 mila e l'Irap non versata ad 27 mila. (ANSA). SEB/AM 28-NOV-12 12:26 NNN

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